giovedì 2 ottobre 2008

IL CALVARIO DELL'IPIA IN VIA EMILIA, TRA LE ERBACCE E I RIFIUTI, L'IPAA PRIVA DI MARCIAPIEDI E ILLUMINAZIONE ALL'USCITA DELL'ISTITUTO.





















OLBIA. Il degrado dietro la lavagna. Sono passati solo sette anni da quando nella nuova sede dell’Ipia è suonata per la prima volta la campanella. Era l’autunno del 2001. Dopo anni di lotte e un lungo girovagare per la città gli alunni dell’istituto avevano finalmente conquistato la loro scuola. Per l’inaugurazione accorsero in massa: dal sindaco al vescovo, passando per assessori, docenti, studenti e genitori. Ma quella festa è solo un lontano ricordo. Oggi l’edificio di via Emilia sembra una controfigura deformata di quella nuova scuola attesa per anni. Muri imbrattati, rifiuti sparsi in tutto il cortile, una gru arrugginita abbandonata al suo ingresso. Da anni, più o meno da quando è stata inaugurata, si denuncia la grave situazione in cui sono costretti a convivere i suoi studenti. L’Ipia è l’unico edificio scolastico che non ha recinzione. Chiunque può agire indisturbato senza correre il rischio di essere beccato. Aiutato anche dalla totale assenza di illuminazione e dalla folta vegetazione che lo circonda. Ogni mattina un’amara sorpresa: scritte volgari sui muri, lattine, bottiglie, cartoni di pizza. C’è chi dice di aver trovato pure delle siringhe. «Purtroppo il rischio vandalismo esiste - racconta Luigi Caboni, il dirigente scolastico dell’Amsicora, che comprende Ipia e Ipaa -. Io quest’anno ho lavorato moltissimo, ho dato il massimo per organizzare le classi ed eliminare le cose che non andavano. Ma di più non posso fare. Nelle scorse settimane ho scritto alla Provincia per denunciare la situazione esterna dell’istituto, ma poi sono arrivate le dimissioni della Burrai e ora non so più quando e chi mi risponderà». La vicenda dell’Ipia è tormentata. Qualche anno fa la Provincia di Sassari aveva indetto il bando per l’appalto della recinzione e delle altre opere, ma la gara fu poi annullata per l’impossibilità di realizzare il progetto. La causa? Una strada comunale, non prevista, che ora attraversa il terreno dell’istituto. Si è così resa necessaria una nuova gara d’appalto, che dovrebbe essere indetta a breve. La Provincia ha stanziato per l’istituto 524 mila euro, a cui bisogna aggiungere i 573 mila per l’Agrario. Qui la situazione, malgrado l’edificio risalga a decenni fa, è meno grave. «Ma i problemi esistono - dice ancora Caboni -. Basta pensare ai pericoli che corrono gli alunni quando escono dalla scuola: non c’è neanche un marciapiede per proteggerli».

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