Le lacrime di ragazzi e professori, bagnano quel giardino colorato di primule, nato da pochi minuti nel cortile della scuola media Ettore Pais. E’ un momento di grande dolore e di profonda commozione. Per ricordare due giovani studenti volati in cielo a 14 anni: Alberto Virdis (ucciso il 27 gennaio scorso da una sepsi meningococcica) e Vincenzo Turcarolo, morto tre mesi fa per un male incurabile. E’ a loro che è stata dedicata quell’oasi verde. Un leccio al centro, che domina dall’alto, con una miriade di piccole piante intorno, tra rosmarino, mirto, lentischio e cineraria. Gli studenti dell’istituto agrario portano tutto quello che serve, guidati dal loro direttore Salvatore Soro. Con zappe e rastrelli fanno il lavoro più difficile. Poi lasciano lo spazio ai compagni di classe di Alberto e Vincenzo che, a fatica, riescono a leggere i messaggi pieni di ricordi. La fila di alunni è fitta: tutti vogliono piantare un fiore. Ma prima di loro ci sono i genitori di Alberto, la mamma e la nonna di Vincenzo, gli altri parenti. Tutti si infilano i guanti, prendono una primula in mano e, dilaniati da un dolore incancellabile, si chinano davanti alla terra fresca. La toccante cerimonia comincia alle 11,30 del mattino di ieri. Quando il giardino ha già preso forma. Parla la dirigente scolastica della Pais, Paola Deturco. Ringrazia gli alunni, i docenti, le psicologhe. «Non è un grazie legato all’attuazione di questo progetto - dice - ma al verificarsi di un momento che rimarrà nella memoria di tutti. L’idea è nata da un profondo bisogno di consolidare un’amicizia che si esprime anche attraverso il rapporto con la natura, che esalta i sentimenti più forti, che ci consentirà di non dimenticare due ragazzi meravigliosi». I loro compagni tengono stretti tra le dita quei pezzi di carta pieni di nostalgia e poi, a turno, cominciano a leggere. Melania parla per prima, tra i singhiozzi. Per lei Alberto era speciale, nel suo messaggio lo chiama “amò”. «Albi, mi ricordo quando mi promettevi che non mi avresti mai lasciata - scrive -. Mi manchi tanto». Giorgio: «Alberto era il mio migliore amico. Era testardo, non amava molto la scuola e gli piaceva uscire. Ma è stata la persona più buona che io abbia mai conosciuto». «Non c’è più allegria, senza di te - aggiungono altri compagni -, senza le tue battute è difficile sorridere, ci manca il tuo sorriso. Il tuo banco è lì, vuoto e silenzioso, ma tu sarai sempre con noi». E poi i messaggi per Vincenzo. «Tre mesi fa, ci hai lasciati. E ogni giorno che passa, sentiamo sempre di più la tua mancanza. Questa quercia e tutto ciò che la circonda, sono per te e per Alberto. Segno di un affetto che proveremo per tutta la vita». «Sei e sarai il nostro piccolo angelo, così buono e così educato, così timido e così gentile. Ora sei lassù e sappiamo che ci proteggi». Anche la foto di Vincenzo è appesa al muro di quella che è stata la sua classe. «E’ come se ci stessi guardando e noi, così, sentiamo la tua presenza». Il giardino è finito. La cerimonia è conclusa. L’assessore della Pubblica Istruzione Uccio Iodice, si rivolge ai ragazzi: «Vi invito a venire qui nei momenti più difficili, anche quando proseguirete altrove il vostro percorso scolastico. Alberto e Vincenzo vi daranno la forza per andare avanti». Le psicologhe Maria Antonietta Farris e Barbara Lapedda, coordinatrici del progetto, sono sempre lì, alla scuola media Ettore Pais, con il loro sportello di ascolto. Ogni giorno sono al fianco dei compagni di Alberto e Michele. Quei ragazzi hanno ancora bisogno di aiuto, devono sprigionare tutto il dolore che hanno dentro.
La Nuova Sardegna
La Nuova Sardegna
L'IPAA per il sociale.
RispondiEliminaCosì è, e così sarà
articolo della nuova sardegna del 28/02/09
RispondiEliminaauguri a tutte le ragazze dell'ipaa perchè oggi è la festa delle donne. un bacione a ttte la ragazze carine da me!!
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