martedì 17 novembre 2009
E' nato il nuovo sito dell'IPAA di Olbia!
venerdì 13 novembre 2009
ISCRIZIONI 2009/2010
una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010
una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010 +
una ricevuta di versamento di € 21,17 sul c.c.p. 1016
intestato ad Agenzia delle Entrate
causale:iscrizione e frequenza a.s. 2009/2010
una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010 +
una ricevuta di versamento di € 15,13 sul c.c.p. 1016
intestato ad Agenzia delle Entrate
causale:iscrizione e frequenza a.s. 2009/2010
martedì 27 ottobre 2009
Siccome la nostra scuola è povera di alunni, il voto va concentrato su un'unica persona. Vi daremo informazioni su chi sarà colui che dev'essere votato.
Leonardi Andrea
giovedì 17 settembre 2009
martedì 15 settembre 2009
Inizio attività didattica
lunedì 15 giugno 2009
Buone vacanze!
giovedì 9 aprile 2009
Buon compleanno caro blog!
mercoledì 1 aprile 2009
La Scuola del futuro snobbata dalla città
sabato 14 marzo 2009
Idee e linguaggio corretto migliorano la scuola e il blog, lettera aperta agli studenti dell'Ipaa
mercoledì 4 marzo 2009
Un giardino per ricordare Alberto e Vincenzo
La Nuova Sardegna
giovedì 12 febbraio 2009
Composizione chimica del vino
Nella vinificazione in rosso delle uve diraspate si verifica un passaggio di sostanze contenenti azoto (N) dalle parti solide della materia prima al mosto che fermenta: alcune di queste sostanze subiscono trasformazioni e vengono demolite dall'azione dei lieviti durante il processo : è questo il caso dell'azoto ammoniacale mentre l'amminoacido prolina rappresenta per i lieviti un serbatoio di azoto che può essere utilizzato nel caso di carenze dell'elemento : è per questo che la sua concentrazione nei vini è variabile, in genere maggiore rispetto al mosto, e conserva il predominio tra gli amminoacidi della bevanda alcolica. Nel mosto ci sono peraltro pochi polifenoli e il colore è assai pallido poiché le sostanze coloranti si osserveranno solo nel vino rosso dopo la macerazione.
In caso di vinificazione in bianco diminuiscono le sostanze colloidali per la demolizione svolta nel mosto da specifici enzimi ( la pectinmetilesterasi e la poligalatturonasi) sulle pectine, molecole complesse formate da tante unità di acido galatturonico , in generale, nel passaggio dal mosto al vino diminuisce l'acido galatturonico ed aumenta il mannosio, derivato dall'attività dei lieviti. E' vero anche che una minore quantità di polifenoli significa più proteine in soluzione e rischio di successive precipitazioni con le conseguenti "casses proteiche" di cui parleremo quando affronteremo i "difetti" del vino. Nei vini rossi invece, per la grande quantità di polifenoli presenti, le proteine si insolubilizzano e dalle parti solide dell'uva passano molti colloidi con conseguente intorbidimento: occorre quindi intervenire per sanare il problema in maniera corretta.
venerdì 23 gennaio 2009
Esame di Stato 2009
Indirizzo Agrotecnico (Nuovo Ordinamento)
Titolo di Studio: Diploma di Istruzione Secondaria di Secondo grado ad indirizzo professionale Agrotecnico
- Prima prova scritta affidata al commisario interno: ITALIANO
- Materia oggetto della seconda prova scritta affidata al commisario esterno: TECNICHE DELLE PRODUZIONI, TRASFORMAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI.
- Altre materie affidate ai commisari esterni: DIRITTO E LEGISLAZIONE, ECOLOGIA APPLICATA.
mercoledì 21 gennaio 2009
Tabella Regionale del fabbisogno di manodopera in agricoltura
Frumento, orzo e avena 48
Mais da granella 64
Soia 40
Sulla 47
Erbai in asciutto 34
Erbai in irriguo 40
Erba medica 52
Prato polifita asciutto 14
Prato Pascolo 9
Zafferano 2600
Coltivazioni Arboree h/uomo per ha
Olivo da Olio 367
Olio da mensa 620
Vigneti per uva da vino Tendone 602
Vigneti per uva da tav. Tendone 903
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_22_20080926084314.pdf
domenica 11 gennaio 2009
Breve storia della scuola
- L'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente;
- L'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato.
La sede IPAA, pur nelle innegabili difficoltà connesse ad una nuova organizzazione amministrativa, ha continuato in questi pochi anni di vita l'interazione con il territorio, perseguita nel corso della lunga attività di formazione didattica e professionale, ampliando l'offerta formativa dell'Istituto, aprendo dei corsi che potessero creare figure necessarie alle innumerevoli aziende presenti nel territorio. Presso la nostra sede sono già stabili corsi di OPERATORE AGROAMBIENTALE, AGROTECNICO, e il corso serale per OPERATORE AGROTURISTICO.
sabato 10 gennaio 2009
Prof. Soro
Alcuni scatti
Corso Terza Area 2008/2009, Fauna - Il fenicottero Rosa
(La diffusione dei fenicotteri nel mondo)
La scelta di nidificare o meno in una data area non è sempre facile da capire, ma spesso dipende da fattori climatici e ambientali (livello dell'acqua, disturbo, presenza di isole adatte, ecc.). La dieta è a base di invertebrati acquatici: crostacei come l'Artemia salina, molluschi, anellidi, larve e crisalidi di insetti. Semi e foglie di piante acquatiche (Ruppia , Scirpus, Juncus, ecc.) vengono a volte ingeriti insieme a alghe, diatomee e perfino batteri. Occasionalmente si ciba di insetti adulti,
granchi e di piccoli pesci.
I fenicotteri ricercano il cibo in gruppi anche numerosi, nelle prime e ultime ore del giorno e talvolta anche di notte, camminando nell'acqua poco profonda. Gran parte del cibo viene ottenuto filtrando l'acqua col becco, dalla forma molto specializzata. La lingua, grossa e carnosa, funziona come un pistone per aspirare l'acqua, che viene poi espulsa e filtrata da piccole lamelle poste lungo i margini del becco. Il colore delle penne dei fenicotteri è dovuto alla presenza di particolari sostanze organiche: i carotenoidi. Queste sostanze non vengono prodotte dai fenicotteri, ma sono presenti nelle alghe e nei piccoli crostacei (Artemia salina ed altri) di cui si cibano.
In cattività, se l'alimentazione non comprende alghe e crostacei, i fenicotteri perdono gradualmente il colore e diventano bianchi. I pigmenti inoltre non sono stabili nel tempo e le penne cadute durante la muta perdono rapidamente il loro tipico colore roseo. I fenicotteri sono certo più famosi per il bellissimo piumaggio che per la loro voce. In volo gli uccelli emettono spesso un verso che ricorda quello delle oche, basso e nasale. Altre vocalizzazioni sono un sommesso borbottio emesso durante l'alimentazione o una sorta di grugnito con funzione di minaccia. Anche se la loro voce non è bellissima, i fenicotteri si riscattano però con il bellissimo volo: il decollo avviene dopo una breve corsa sul pelo dell'acqua.
(Diego Fresu, V^A IPAA)
venerdì 9 gennaio 2009
Estimo Catastale, il Reddito Dominicale.
Il passivo di bilancio viene effettuato con la media dei prezzi correnti nel biennio 1988 - 1989 e comprende le seguenti voci:
Spese varie: i prezzi si devono riferire all'azienda, ovvero al prezzo d'acquisto aumentato del costo di trasporto.
Salari. per la determinazione del loro ammontare bisogna fare riferimento ai contratti collettivi di lavoro. Nelle aziende condotte direttamente dal proprietario si determina il costo della manodopera paragonandole ad aziende con personale dipendente o moltiplicando le ore di lavoro annualmente necessarie per la media delle tariffe orarie sindacali.
Stipendi: la loro incidenza varia dal 2 al 5% del valore della P.l.v. in relazione all'estensione ed all'ordinamento colturale dell'azienda.
Nella valutazione del valore dei macchinari si adotterà metà del loro valore a nuovo.
Detti interessi sono applicati:
sul valore delle scorte aziendali si calcolano gli interessi annui al saggio dell'8%;
Il tutto può sintetizzarsi nella formula:
P.l.v. - (Q/agr + Sv. + Sa + St + I) = R.p.l.
Quote sul capitale fondiario: assicurazione, manutenzione e reintegrazione sul valore dei fabbricati rurali. Ripristino efficienza di fossi, canali e strade, sistemazioni idraulico-agrarie. Reintegrazione delle spese d'impianto relative alle colture arboree.
Determinazione del Reddito Dominicale per le qualità arboree.
Per boschi coetanei si procede invece al calcolo del Reddito padronale lordo con una media economica.
Prof. G.M.P. Sanna (Economia Agraria)
giovedì 8 gennaio 2009
Le api: Classificazione sistematica.
Gli insetti costituiscono un gruppo zoologico immenso che i naturalisti stimano in più di un milione di specie. Gli insetti hanno un corpo composto da tre parti; la testa formata da sei o sette segmenti, il torace formato da tre segmenti, l'addome formato di dieci segmenti. Hanno tre paia di zampe due paia di ali, un sol paio di antenne, il loro sviluppo comporta una metamorfosi.L' alimentazione è variabile e l'apparato boccale presenta un'adattamento al loro regime alimentare.Le ghiandole salivari sono ben sviluppate e possono presentare delle specializzazioni. L'escrezione avviene tramite organi speciali noti con il nome di tubi di Malpighi.Il sistema nervoso comprende una parte centrale, il cervello e una diramazione nervosa ventrale.Gli organi sensoriali sono molto sviluppati.Il sistema circolatorio è formato da un cuore contrattile e un vaso sanguigno, l'aorta. Il sistema respiratorio è costituito da sacchi aerei e di trachee che si ramificano all'estremità.La riproduzione presenta numerose varianti, in generale i sessi sono separati, i maschi hanno un aspetto esteriore diverso dalle femmine. I fenomeni di partonogenesi sono frequenti.Il ruolo principale degli insetti è l'impollinazione dei fiori, detta entomofila, a differenza dell'impollinazione anemofila dovuta al vento. Gli insetti si classificano in imenotteri, coleotteri, lepidotteri, ditteri.L'ape cosiddetta domestica appartiene all'ordine degli imenotteri. I caratteri essenziali degli imenotteri sono la metamorfosi completa, ali membranose, partonogenesi frequente, dimorfismo sessuale accentuato, cervello ben sviluppato.La famiglia degli Apidae, si suddivide nei generi Melipona, Bombus, Trigona, Apis a cui appartiene l'ape domestica. Al genere Apis appartengono quattro specie l'Apis cerana, l'Apis florea, l'Apis dorsata, e l'Apis mellifica.
L'Ape cerana - o ape indica - è diffusa in gran parte dell'Asia Cina, Giappone, India, gran parte della Siberia, in Afghanistan a ovest arriva in contatto con l'ape mellifica. Le colonie d'api sono poco popolose e non propolizzano, sono oggetto di allevamento.
L'Ape dorsata, ape gigante dell'India, la si trova nel Sud-Est asiatico fino alle Filippine è molto aggressiva e costruisce un solo favo all'aperto, non è un ape propriamente domestica.
L'Ape florea ha la stessa distribuzione dell' ape dorsata è un ape di piccola taglia e costruisce un solo favo.
L'Ape mellifica - o ape occidentale - pare che si sia sviluppata nella regione dell'Himalaya e derivi dall'ape cerana. L'ape mellifica è la più diffusa del genere Apis, questa specie popola l'Europa, l'Africa, l'Asia Occidentale e dopo l'esplorazione dei nuovi continenti è stata introdotta nelle Americhe, in Australia, in Nuova Zelanda.
La specie apis mellifica conta numerose razze che si distinguono per i caratteri morfologici dovuti alla loro diffusione geografica. L' inventario preciso è ancora da fare. Le principali razze sono:
l'ape mellifica mellifica, ape nera che popola l'Europa occidentale e settentrionale, ape con sviluppo primaverile tardivo ma con buone capacità di svernare con temperature molto basse. Sottospecie dell'ape mellifica mellifica sono l'apis mellifica sylvarum diffusa in Scandinavia, l'apis mellifica lehzei diffusa in Olanda.
l'ape mellifica ligustica -o ape italiana- diffusa in quasi tutto il territorio italiano, dalle zone pedemontane del Nord fino alla Calabria, in Sicilia si trova l'ape mellifica sicula di colore scuro. L'ape ligustica si differenzia dalle altre razze perché le operaie hanno i primi segmenti dell'addome di colore giallo chiaro, le regine sono gialle dorate, con enorme capacità di ovodeposizione, la colonia è operosa e docile e poco portata alla sciamatura. Di negativo le colonie hanno la tendenza al saccheggio e alla deriva. Le regine di razza ligustica vengono esportate in tutto il mondo, ceppi puri di api ligustica si trovano ormai solo in un isola di fronte l'Australia.
l'ape mellifica carnica l'area di diffusione di questa razza copre le Alpi centro orientali, l'Austria, la Slovenia e la parte meridionale dell'ex-URSS. ll colore è scuro e la taglia è più grande della ligustica e della mellifica. Si sviluppa rapidamente in primavera, ma registra una forte propensione alla sciamatura. Sottorazze della carnica sono apis mellifica cecropia diffusa in Grecia, apis mellifica banatica diffusa nell' ex-Iugoslavia el 'apis mellifica acervorum diffusa nell'area del Mar Nero.
l'Ape mellifica caucasica - o ape grigia -, è un'ape operosa ma propolizza molto e costruisce tante celle reali, è diffusa nel Caucauso.
l'Apis mellifica adansonii-o ape africana- è: diffusa nell'Africa centrale, varie sono le sottorazze, apis mellifica monticola vive nella zona del Kilimangiaro, l'apis melificalitorea diffusa nelle zone rivierasche del lago Tanganica;apis mellifica nubica diffusa in Etiopia e Eritrea.
l'Apis mellifica intermissa è diffusa in Algeria Marocco, Tunisia, ape aggressiva e propensa alla sciamatura.
l'Apis mellifica syriaca, presente in Turchia, Siria, Israele, Giordania, Libano.
l'Apis mellifica cypria è diffusa nell'isola di Cipro
l'Apis mellifica lamarckii- o ape egiziana, aggressiva e incline alla sciamatura, costruisce molte celle reali.
l'Apis mellifica remipes, somiglia alla ligustica, diffusa in Iran e Turchia.
l'Apis mellifica taurica diffusa in Crimea.
l'Apis mellifica sahariensis diffusa nelle oasi.
l'Apis mellifica jemenitica, diffusa nello Yemen e nel sud-Arabia
l'Apis mellifica adami, in omaggio a Frère Adam;si trova nell'isola di Creta.
l'Apis mellifica capensis, diffusa in Sud-Africa.
Installazione di un apiario
NORME DI LEGGE
Per gli apiari eccedenti 50 alveari bisogna rispettare le norme di legge stabilite dall'art.14 del r.d.l. 23/10/1925 n.2079 che autorizza i prefetti a regolamentare le distanze tra apiari della stessa provincia.
Per più di cinquanta alveari le distanze, in linea d'aria, devono essere di 3 km.
Nel calcolo numerico due nuclei devono essere calcolati come un alveare.
In caso di controversia il primo che ha impiantato l'apiario ha diritto prevalente in confronto di un altro apicoltore.
Sempre in caso di controversia ha diritto prevalente il proprietario del fondo dove è ubicato l'apiario.
Queste norme valgono per l'apicoltura stanziale, per l'apicoltura nomade viene stabilita una distanza minima di 2 km, rispetto a una postazione fissa con più di 50 alveari.I prefetti possono stabilire distanze diverse a seconda di altri fattori, clima, flora, apicoltura locale.Oltre le norme prefettizie, alcune regioni hanno stabilito vincoli più restrittivi.Altra disposizione riguarda il diritto a inseguire gli sciami sui fondi altrui, art. 924 c.c. sezione 1. Delle occupazioni e dell'invenzione.- "Il proprietario di sciami di api ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui, ma deve indennità per il danno cagionato al fondo (c.843,925,1038,1053); se non li ha inseguiti entro 2 giorni o ha cessato durante due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario del fondo".Per le distanze dalle strade, autostrade, ferrovie, proprietà altrui, vigono i regolamenti regionali che prescrivono distanze minime di 15-20 metri.Altra norma di legge, codice penale art. 672, riguarda la possibilità di elevare contravvenzione a chi "aizza o spaventa le api in modo da mettere in pericolo l'incolumità delle persone", certamente non riguarda l'apicoltore avveduto che ha interesse a non disturbare le api.Tutti gli anni bisogna denunciare il possesso di alveari al comune e ai servizi veterinari.Evitare di posizionare gli alveari vicino ai vigneti, per non avere liti con i viticoltori. L'ape non ha un apparato boccale capace di rompere l'acino d'uva, ma raccoglie il succo d'uva che fuoriesce in seguito alla perforazione dovuta ad altri insetti. Tutte le sentenze, al riguardo, si sono concluse a favore degli apicoltori.
SCELTA DEL LUOGO
Per l'ubicazione di un apiario considerare più fattori per fare una attività redditizia.La scelta prioritaria va per i posti ricchi di flora nettarifera scalare e fonti di polline nelle vicinanze, specialmente per i pollini minori, primaverili e autunnali. Il raggio di bottinamento delle api è inferiore al chilometro, ma possono arrivare anche a distanze di 3-4 chilometri in caso di scarsità di fonti.L'ambiente circostante, per apiari stanziali, non sia ad agricoltura intensiva, monocolture frutticole e cerealicole.Prestare attenzione al microclima della zona, evitare zone umide. L'umidità atmosferica favorisce lo sviluppo di micosi nelle famiglie.Scegliere una postazione lontana da rumori e vibrazioni, sono causa di disturbo alle famiglie, e da elettrodotti, i campi elettromagnetici nelle immediate vicinanze deprimono la vitalità delle famiglie.La sistemazione ideale deve essere non soggetta ai venti. I venti caldi o freddi ostacolano il volo delle api e riducono la disponibilità di nettare.Accertarsi della disponibilità di acqua corrente nelle vicinanze, altrimenti predisporre degli abbeveratoi con ricambio frequente dell'acqua. L'acqua serve in primavera per l'allevamento della covata, e in estate per la regolazione termica dell'alveare. In primavera le api abbandonano la raccolta d'acqua quando le fioriture sono massime, ad esempio durante la fioritura dell'acacia.Nelle valli posizionare gli alveari in basso, in modo che il volo in discesa viene fatto a pieno carico.Posizionare gli alveari in prossimità di alberi a foglia caduca. In inverno, primavera si anticipa la deposizione della regina. In estate l'ombra facilita la regolazione termica dell'alveare e soprattutto l'apicoltore lavora meglio.Gli alberi nelle immediate vicinanze sono utili, perché durante la sciamatura vi si posano gli sciami.Nel caso di mancanza di alberi, per recuperare gli sciami infilare nel terreno pali e porre alla sommità fasci di rami, per ombreggiare gli alveari costruire pergolati con frasche o teli che facciano circolare l'aria.Le arnie devono essere sollevate dal terreno per evitare l'umidità a contatto con il terreno e lavorare comodamente, altrimenti il mal di schiena diventerebbe cronico. In presenza di formiche approntare piattaforme protettive su sostegni isolati dal terreno entro barattoli contenenti petrolio. Le formiche sono dannose perché si cibano del legno delle arnie. Sollevare le arnie con blocchi singoli perché se poggiassero su traversine lunghe le eventuali vibrazioni, indotte su un'arnia si propagherebbero alle arnie contigue.Le arnie vanno anche sistemate con leggera pendenza in avanti per agevolare l'uscita dell'acqua di condensa che si deposita nel fondo dell'arnia. Evitare la sistemazione in file, se possibile fare gruppi di 5-10 alveari, oppure distanziare le file di 5-6 metri, gli alveari estremi diventerebbero più forti per il fenomeno della deriva a discapito di quelli centrali. Per orientare le api si possono colorare le arnie con colori ben distinti, giallo, bianco, blu, verde bluastro.