giovedì 28 gennaio 2010

Alcune foto dell'IPAA, a.s. 2009/2010

La nostra piccola grande azienda.
Alcune ragazze della classe 2°A a Orosei!

Pranzo in azienda a Orosei.


Alessio Sanna e Andrea Leonardi classe 3°A (visita guidata Orosei).



Anna Chiara Demontis 3°A e Prof.Piras alla visita guidata di Orosei.



Andrea Leonardi a lavoro .Classe 3°A.











martedì 17 novembre 2009

E' nato il nuovo sito dell'IPAA di Olbia!

E' nato il nuovo sito dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente di Olbia


Visita il nostro portale, troverai tutte le info che cerchi su di noi.

Ipaa Olbia, il tuo futuro è quì!

venerdì 13 novembre 2009

ISCRIZIONI 2009/2010

PER L'ISCRIZIONE ALLE CLASSI 1°,2° e 3°
Bisogna presentare ENTRO IL 28 DI FEBBRAIO DOMANDA di ISCRIZIONE +

una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010

PER L'ISCRIZIONE ALLA CLASSE 4° (Compresa 4° serale)
Bisogna presentare ENTRO IL 28 DI FEBBRAIO DOMANDA di ISCRIZIONE +

una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010 +

una ricevuta di versamento di € 21,17 sul c.c.p. 1016
intestato ad Agenzia delle Entrate
causale:iscrizione e frequenza a.s. 2009/2010

PER L'ISCRIZIONE ALLA CLASSE 5°
Bisogna presentare ENTRO IL 28 DI FEBBRAIO DOMANDA di ISCRIZIONE +

una riceuta di versamento di € 25,00 sul c.c.p. 19227073
intestato a ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE di Olbia
causale:contributo iscrizione a.s.2009/2010 +

una ricevuta di versamento di € 15,13 sul c.c.p. 1016
intestato ad Agenzia delle Entrate
causale:iscrizione e frequenza a.s. 2009/2010

NOTA: CHI SI ISCRIVE PER LA PRIMA VOLTA
DOPO L'ISCRIZIONE, DEVE RICORDARE DI PORTARE 3 FOTO TESSERE PIU'UN CERTIFICATO DI LICENZA MEDIA DA SOSTITUIRSI IN SEGUITO CON L'ORIGINALE.

martedì 27 ottobre 2009

Studenti dell'IPAA ci tengo a informarvi che i giorni: Domenica 15 dalle 8.00 alle 12.00 e Lunedì 16 dalle 8.30 alle 13.30 per l'elezione dei rappresentati di istituto, genitori e alunni.
Siccome la nostra scuola è povera di alunni, il voto va concentrato su un'unica persona. Vi daremo informazioni su chi sarà colui che dev'essere votato.
L'amministratore del blog:
Leonardi Andrea

giovedì 17 settembre 2009

Ragazzi dell'IPAA un nuovo anno scolastico è iniziato, l'orario è il seguente dalle 8.15 alle 12.30.
Buon lavoro a tutti.

Il responsabile del blog
Leonardi Andrea

martedì 15 settembre 2009

Inizio attività didattica

Si comunica agli alunni dell'IPAA che l'attività scolastica riprenderà Giovedì 17/09/2009 alle ore 8.15

Il responsabile del blog
Andrea Leonardi

lunedì 15 giugno 2009

Buone vacanze!











Tavolara (Olbia, Sardegna)

Auguro a tutti gli studenti dell'IPAA di Olbia buona estate!

Il responsabile del blog

Diego Fresu

giovedì 9 aprile 2009

Buon compleanno caro blog!

Mercoledì 9 Aprile 2008, da un'idea di pochi ragazzi nasce il blog dell'istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente. In un anno di vita questo blog ha cercato di dare una visibilità più ampia alla nostra scuola, spero che con l'unione (auspicata) di tutti gli studenti si possa combattere per continuare a sedersi nei banchi dell'agraria di Olbia!

Il Responsabile
Diego Fresu

mercoledì 1 aprile 2009

La Scuola del futuro snobbata dalla città


















La città del mattone fa proseliti anche tra gli studenti. Le materie ambientali rischiano di scomparire dai banchi di scuola. L’esistenza dell’Ipaa è appesa a un filo. Nemmeno dieci alunni per una scuola che non ha simili in Gallura. Le iscrizioni di gennaio gettano nello sconforto Luigi Caboni, il dirigente dell’istituto Amsicora. I 25 iscritti di un anno fa sono solo un ricordo. I numeri del 2009 sono raggelanti: in 12 mesi più della metà degli aspiranti studenti dell’Agrario è come evaporata.  «Dovrò convocare i genitori per comunicargli che in questo momento la prima non potrà essere istituita - dice il preside -. Fossero stati almeno dodici avremmo potuto fare il miracolo, ma in questa situazione non sarà possibile. Mi dispiace, ma se vorranno frequentare l’Ipaa dovranno andare a Siniscola, la più vicina». Caboni non si dà pace, non riesce ad accettare che un istituto come il suo possa scomparire dal panorama scolastico olbiese. «Mi sembra assurdo - aggiunge - che in un territorio che vive di natura, ambiente e turismo nessuno o quasi prenda in considerazione l’ipotesi di iscriversi all’Ipaa. Anche perché è l’unica scuola che non produce disoccupati. Non riesco a spiegarmi la flessione. Abbiamo fatto il possibile per rivitalizzare l’istituto, le iscrizioni del 2008 ci avevano fatto ben sperare, ma ora è arrivata la doccia gelata».

La Nuova Sardegna, 31 Marzo 2009

sabato 14 marzo 2009

Idee e linguaggio corretto migliorano la scuola e il blog, lettera aperta agli studenti dell'Ipaa

Molti i commenti che il blog ha ricevuto in questi giorni, tutti ridicoli e infantili. Io fra qualche mese lascio la scuola e l'amministrazione di questo blog, non vorrei che il mio lavoro fosse vano, che tutto quello che stato costruito con foto, informazioni sulla scuola etc. fosse distrutto da baggianate e commenti privi di morale. Ragazzi, vorrei che questo appello fosse accolto positivamente, soprattutto dalle nuove leve, con idee originali e allo stesso tempo che coinvolgano e interessino più ragazzi possibili al nostro Istituto. Solo così potrete andare avanti, non scrivendo commenti deleteri, i quali, finchè questo blog verrà amministrato da me, non verranno mai pubblicati. L'educazione e il rispetto sono la base di una società civile, rispettiamo queste semplici regole e non facciamoci influenzare da ambienti e compagnie esterne alla scuola, se pubblicassi quei commenti, io andrei contro al buon costume, prestigio ed importanza che la nostra scuola ha avuto da sempre su tutto il territorio Gallurese.

L'amministratore
Diego Fresu

mercoledì 4 marzo 2009

Un giardino per ricordare Alberto e Vincenzo

Le lacrime di ragazzi e professori, bagnano quel giardino colorato di primule, nato da pochi minuti nel cortile della scuola media Ettore Pais. E’ un momento di grande dolore e di profonda commozione. Per ricordare due giovani studenti volati in cielo a 14 anni: Alberto Virdis (ucciso il 27 gennaio scorso da una sepsi meningococcica) e Vincenzo Turcarolo, morto tre mesi fa per un male incurabile. E’ a loro che è stata dedicata quell’oasi verde. Un leccio al centro, che domina dall’alto, con una miriade di piccole piante intorno, tra rosmarino, mirto, lentischio e cineraria. Gli studenti dell’istituto agrario portano tutto quello che serve, guidati dal loro direttore Salvatore Soro. Con zappe e rastrelli fanno il lavoro più difficile. Poi lasciano lo spazio ai compagni di classe di Alberto e Vincenzo che, a fatica, riescono a leggere i messaggi pieni di ricordi. La fila di alunni è fitta: tutti vogliono piantare un fiore. Ma prima di loro ci sono i genitori di Alberto, la mamma e la nonna di Vincenzo, gli altri parenti. Tutti si infilano i guanti, prendono una primula in mano e, dilaniati da un dolore incancellabile, si chinano davanti alla terra fresca. La toccante cerimonia comincia alle 11,30 del mattino di ieri. Quando il giardino ha già preso forma. Parla la dirigente scolastica della Pais, Paola Deturco. Ringrazia gli alunni, i docenti, le psicologhe. «Non è un grazie legato all’attuazione di questo progetto - dice - ma al verificarsi di un momento che rimarrà nella memoria di tutti. L’idea è nata da un profondo bisogno di consolidare un’amicizia che si esprime anche attraverso il rapporto con la natura, che esalta i sentimenti più forti, che ci consentirà di non dimenticare due ragazzi meravigliosi». I loro compagni tengono stretti tra le dita quei pezzi di carta pieni di nostalgia e poi, a turno, cominciano a leggere. Melania parla per prima, tra i singhiozzi. Per lei Alberto era speciale, nel suo messaggio lo chiama “amò”. «Albi, mi ricordo quando mi promettevi che non mi avresti mai lasciata - scrive -. Mi manchi tanto». Giorgio: «Alberto era il mio migliore amico. Era testardo, non amava molto la scuola e gli piaceva uscire. Ma è stata la persona più buona che io abbia mai conosciuto». «Non c’è più allegria, senza di te - aggiungono altri compagni -, senza le tue battute è difficile sorridere, ci manca il tuo sorriso. Il tuo banco è lì, vuoto e silenzioso, ma tu sarai sempre con noi». E poi i messaggi per Vincenzo. «Tre mesi fa, ci hai lasciati. E ogni giorno che passa, sentiamo sempre di più la tua mancanza. Questa quercia e tutto ciò che la circonda, sono per te e per Alberto. Segno di un affetto che proveremo per tutta la vita». «Sei e sarai il nostro piccolo angelo, così buono e così educato, così timido e così gentile. Ora sei lassù e sappiamo che ci proteggi». Anche la foto di Vincenzo è appesa al muro di quella che è stata la sua classe. «E’ come se ci stessi guardando e noi, così, sentiamo la tua presenza». Il giardino è finito. La cerimonia è conclusa. L’assessore della Pubblica Istruzione Uccio Iodice, si rivolge ai ragazzi: «Vi invito a venire qui nei momenti più difficili, anche quando proseguirete altrove il vostro percorso scolastico. Alberto e Vincenzo vi daranno la forza per andare avanti». Le psicologhe Maria Antonietta Farris e Barbara Lapedda, coordinatrici del progetto, sono sempre lì, alla scuola media Ettore Pais, con il loro sportello di ascolto. Ogni giorno sono al fianco dei compagni di Alberto e Michele. Quei ragazzi hanno ancora bisogno di aiuto, devono sprigionare tutto il dolore che hanno dentro.

La Nuova Sardegna

giovedì 12 febbraio 2009

Composizione chimica del vino














Nell'ambito degli zuccheri, glucosio e fruttosio danno fermentazione mentre il galattosio fermenta con difficoltà. Nei vini riscontriamo la presenza anche di altri composti zuccherini che appartengono al gruppo degli aldosi come arabinoso e xiloso (già presenti nel mosto) ramnoso e riboso: quest'ultimo proviene dal metabolismo dei lieviti. Sugli zuccheri dunque agiscono non solo i lieviti ma anche i batteri omolattici che possono trasformare glucosio e fruttosio in acido lattico e i batteri eterolattici, che metabolizzano gli zuccheri in acido lattico e acido acetico e sono responsabili del difetto denominato spunto lattico, verificabile quando la temperatura dell'ambiente è troppo alta e, interrompendosi la fermentazione alcolica, avviene la fermentazione eterolattica che porta alla produzione di altri composti, dannosi per struttura e aroma. Occorre inoltre precisare come lo sviluppo di batteri acetici su uve non integre aumenta nel vino l'acidità volatile. Dopo l'etanolo, presente in quantità variabile da 50 a 200 g/l, il glicerolo, detto anche glicerina, è l'alcol presente nel vino in maggior quantità (8-10 gr/l) e può essere presente sin a partire dal mosto proveniente da uve "ammuffite" dalla botrite (Botritis cinerea) o da grappoli sani. L'acido acetico è presente già nel mosto e può verificarsi un aumento della sua concentrazione nel vino per opera dei batteri acetici che attaccano l'etanolo formato e lo trasformano (in presenza di ossigeno) nell'acido sopraccitato attraverso il passaggio intermedio nel composto acetaldeide. L'opera dei terribili batteri acetici comprende anche la formazione di un estere ( composto chimico formato dall'unione di un acido e di un alcol) per l'unione di acido acetico ed etanolo con la conseguente produzione di acetato di etile, attore principale dello spunto acetico. Rispetto al mosto nel vino si riscontra la diminuzione nella concentrazione di acido tartarico e invece la nuova presenza di acido succinico. La struttura inizialmente acquosa del mosto si trasforma nel corso del processo fermentativo in idroalcolica e ciò comporta una minor solubilità di sali presenti nel vino come i tartrati di potassio e di calcio. I lieviti consumano diversi elementi presenti nel mosto come il calcio, i solfati e i fosfati che si ritroveranno con concentrazioni inferiori nella bevanda finale.

Nella vinificazione in rosso delle uve diraspate si verifica un passaggio di sostanze contenenti azoto (N) dalle parti solide della materia prima al mosto che fermenta: alcune di queste sostanze subiscono trasformazioni e vengono demolite dall'azione dei lieviti durante il processo : è questo il caso dell'azoto ammoniacale mentre l'amminoacido prolina rappresenta per i lieviti un serbatoio di azoto che può essere utilizzato nel caso di carenze dell'elemento : è per questo che la sua concentrazione nei vini è variabile, in genere maggiore rispetto al mosto, e conserva il predominio tra gli amminoacidi della bevanda alcolica. Nel mosto ci sono peraltro pochi polifenoli e il colore è assai pallido poiché le sostanze coloranti si osserveranno solo nel vino rosso dopo la macerazione.
In caso di vinificazione in bianco diminuiscono le sostanze colloidali per la demolizione svolta nel mosto da specifici enzimi ( la pectinmetilesterasi e la poligalatturonasi) sulle pectine, molecole complesse formate da tante unità di acido galatturonico , in generale, nel passaggio dal mosto al vino diminuisce l'acido galatturonico ed aumenta il mannosio, derivato dall'attività dei lieviti. E' vero anche che una minore quantità di polifenoli significa più proteine in soluzione e rischio di successive precipitazioni con le conseguenti "casses proteiche" di cui parleremo quando affronteremo i "difetti" del vino. Nei vini rossi invece, per la grande quantità di polifenoli presenti, le proteine si insolubilizzano e dalle parti solide dell'uva passano molti colloidi con conseguente intorbidimento: occorre quindi intervenire per sanare il problema in maniera corretta.

venerdì 23 gennaio 2009

Esame di Stato 2009

Pubblico le materie che riguarderanno la classe V^ A IPAA al prossimo esame di Stato:

Indirizzo Agrotecnico (Nuovo Ordinamento)
Titolo di Studio: Diploma di Istruzione Secondaria di Secondo grado ad indirizzo professionale Agrotecnico

  • Prima prova scritta affidata al commisario interno: ITALIANO
  • Materia oggetto della seconda prova scritta affidata al commisario esterno: TECNICHE DELLE PRODUZIONI, TRASFORMAZIONE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI.
  • Altre materie affidate ai commisari esterni: DIRITTO E LEGISLAZIONE, ECOLOGIA APPLICATA.

mercoledì 21 gennaio 2009

Tabella Regionale del fabbisogno di manodopera in agricoltura

Coltivazioni erbacee ed orticole h/uomo per ha
Frumento, orzo e avena 48
Mais da granella 64
Soia 40
Sulla 47
Erbai in asciutto 34
Erbai in irriguo 40
Erba medica 52
Prato polifita asciutto 14
Prato Pascolo 9
Zafferano 2600

Coltivazioni Arboree h/uomo per ha
Olivo da Olio 367
Olio da mensa 620
Vigneti per uva da vino Tendone 602
Vigneti per uva da tav. Tendone 903

http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_22_20080926084314.pdf

domenica 11 gennaio 2009

Breve storia della scuola

L'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente (IPAA) nasce ad Olbia negli anni '70 come sede coordinata dell'Istituto "F. Sisini" di Sassari e prosegue con questa denominazione fino all'anno scolastico 2000-2001, anno durante il quale, a seguito di disposizioni ministeriali sulla razionalizzazione dell'intero sistema scolastico, è stato costituito l'Istituto di Istruzione Superiore "Amsicora", con sede a Olbia, formato da due sedi associate:
  • L'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente;
  • L'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato.

La sede IPAA, pur nelle innegabili difficoltà connesse ad una nuova organizzazione amministrativa, ha continuato in questi pochi anni di vita l'interazione con il territorio, perseguita nel corso della lunga attività di formazione didattica e professionale, ampliando l'offerta formativa dell'Istituto, aprendo dei corsi che potessero creare figure necessarie alle innumerevoli aziende presenti nel territorio. Presso la nostra sede sono già stabili corsi di OPERATORE AGROAMBIENTALE, AGROTECNICO, e il corso serale per OPERATORE AGROTURISTICO.

sabato 10 gennaio 2009

Prof. Soro


Prof. Soro in direzione.

Alcuni scatti
















(foto Diego Fresu)


Corso Terza Area 2008/2009, Fauna - Il fenicottero Rosa


Il Fenicottero appartiene ad una delle più antiche famiglie di uccelli del mondo, risalenti ad oltre 50 milioni di anni fa. I fenicotteri sono stati considerati parenti con aironi, cicogne ed anatre.






(La diffusione dei fenicotteri nel mondo)

E' presente nelle Galapagos con la sottospecie roseus. I fenicotteri nidificano esclusivamente in colonie piuttosto numerose: è stato scoperto infatti che gli individui iniziano le parate nuziali solo se in presenza di numerosi esemplari della stessa specie.
La scelta di nidificare o meno in una data area non è sempre facile da capire, ma spesso dipende da fattori climatici e ambientali (livello dell'acqua, disturbo, presenza di isole adatte, ecc.). La dieta è a base di invertebrati acquatici: crostacei come l'Artemia salina, molluschi, anellidi, larve e crisalidi di insetti. Semi e foglie di piante acquatiche (Ruppia , Scirpus, Juncus, ecc.) vengono a volte ingeriti insieme a alghe, diatomee e perfino batteri. Occasionalmente si ciba di insetti adulti,
granchi e di piccoli pesci.
I fenicotteri ricercano il cibo in gruppi anche numerosi, nelle prime e ultime ore del giorno e talvolta anche di notte, camminando nell'acqua poco profonda. Gran parte del cibo viene ottenuto filtrando l'acqua col becco, dalla forma molto specializzata. La lingua, grossa e carnosa, funziona come un pistone per aspirare l'acqua, che viene poi espulsa e filtrata da piccole lamelle poste lungo i margini del becco. Il colore delle penne dei fenicotteri è dovuto alla presenza di particolari sostanze organiche: i carotenoidi. Queste sostanze non vengono prodotte dai fenicotteri, ma sono presenti nelle alghe e nei piccoli crostacei (Artemia salina ed altri) di cui si cibano.
In cattività, se l'alimentazione non comprende alghe e crostacei, i fenicotteri perdono gradualmente il colore e diventano bianchi. I pigmenti inoltre non sono stabili nel tempo e le penne cadute durante la muta perdono rapidamente il loro tipico colore roseo. I fenicotteri sono certo più famosi per il bellissimo piumaggio che per la loro voce. In volo gli uccelli emettono spesso un verso che ricorda quello delle oche, basso e nasale. Altre vocalizzazioni sono un sommesso borbottio emesso durante l'alimentazione o una sorta di grugnito con funzione di minaccia. Anche se la loro voce non è bellissima, i fenicotteri si riscattano però con il bellissimo volo: il decollo avviene dopo una breve corsa sul pelo dell'acqua.
(Diego Fresu, V^A IPAA)

venerdì 9 gennaio 2009

Estimo Catastale, il Reddito Dominicale.

Il Reddito Dominicale di un fondo è rappresentato dal suo Beneficio fondiario al lordo delle imposte.
R.D. = B.f. + imp.
Per giungere alla determinazione del R.D. si parte dalla Produzione lorda vendibile: P.l.v.
La P.l.v. costituente l'attivo di bilancio ed è composta da:
prodotti delle colture erbacee;
prodotti delle colture arboree;
prodotti trasformati: vino, olio, formaggio, ecc.;
utile lordo di stalla;
latte;
proventi diversi: suini, galline, ortaggi , ecc.
La P.l.v. deve essere valutata in base alla media dei prezzi correnti nel biennio 1988 - 1989: D.M. 20/01/1990.
Il passivo di bilancio viene effettuato con la media dei prezzi correnti nel biennio 1988 - 1989 e comprende le seguenti voci:
Quote sul capitale di scorta (Q/agrarie). Per il bestiame si calcola la quota di assicurazione, manutenzione ed eventualmente reintegrazione quando la rimonta è esterna. Le macchine e gli attrezzi si valutano a nuovo per il calcolo delle Quote
Per i prodotti di scorta si calcola la sola Quota di assicurazione incendio. Non si considera la quota di assicurazione contro la grandine per i prodotti in campo in quanto le produzioni devono essere considerate medie, annue, al netto di danni meteorici. La Quota di reintegrazione sulle spese di impianto relative a colture arboree coetanee a ciclo poliennale si calcola con la media aritmetica semplice.
Spese varie: i prezzi si devono riferire all'azienda, ovvero al prezzo d'acquisto aumentato del costo di trasporto.
Salari. per la determinazione del loro ammontare bisogna fare riferimento ai contratti collettivi di lavoro. Nelle aziende condotte direttamente dal proprietario si determina il costo della manodopera paragonandole ad aziende con personale dipendente o moltiplicando le ore di lavoro annualmente necessarie per la media delle tariffe orarie sindacali.
Stipendi: la loro incidenza varia dal 2 al 5% del valore della P.l.v. in relazione all'estensione ed all'ordinamento colturale dell'azienda.
Interessi: verranno calcolati al saggio obbligatorio dell'8%
I1: interessi annui sul valore di metà del Capitale di scorta;
I2: interessi annui sul Capitale di anticipazione.
Nella valutazione del valore dei macchinari si adotterà metà del loro valore a nuovo.
Detti interessi sono applicati:
sul valore delle scorte aziendali si calcolano gli interessi annui al saggio dell'8%;
sul valore del Capitale di Anticipazione si calcolano gli interessi in genere per un tempo variabile dai 3 ai 6 mesi (potendo anche mancare in alcune aziende; p.e. ad indirizzo zootecnico), sempre al saggio dell'8%
Il tutto può sintetizzarsi nella formula:
P.l.v. - (Q/agr + Sv. + Sa + St + I) = R.p.l.
Detraendo dalla Produzione lorda vendibile tutte le spese sopra elencate si ottiene il Reddito padronale lordo.
Il Reddito Dominicale si otterrà sottraendo dal Reddito padronale lordo le seguenti spese:
Quote sul capitale fondiario: assicurazione, manutenzione e reintegrazione sul valore dei fabbricati rurali. Ripristino efficienza di fossi, canali e strade, sistemazioni idraulico-agrarie. Reintegrazione delle spese d'impianto relative alle colture arboree.
Spese generali: spese per la vendita dei prodotti, per la riscossione degli affitti, per l'amministrazione delle spese di conservazione del capitale fondiario, nonché quelle inerenti alla direzione dei lavori (cancelleria, illuminazione, postali, telefoniche, ecc.)
Sono titoli di spesa che dovrebbero includersi fra quelli relativi all'acquisto di materiali e servizi extra-aziendali.
Sono rilevabili dai registri contabili o sono attribuite con una percentuale del 2 - 3% sul valore della P.l.v.
Il tutto può riassumersi nella formula:
R.D. = R.p.l. - (Q/fond + Spese generali)
Determinazione del Reddito Dominicale per le qualità arboree.
Per le aziende viticole o frutticole e boschi assestati, il Reddito padronale lordo viene così calcolato:
R.p.l. = (Somma aritmetica Pr - Somma aritmetica Sp)/n°anni ciclo
R.D. = R.p.l. - Q/fondiarie
Per boschi coetanei si procede invece al calcolo del Reddito padronale lordo con una media economica.
R.p.l. = S (Pr - Sp) * r/(qn-1)
R.D. = R.p.l. - Q/fondiarie

Prof. G.M.P. Sanna (Economia Agraria)

giovedì 8 gennaio 2009

Le api: Classificazione sistematica.

Gli insetti costituiscono un gruppo zoologico immenso che i naturalisti stimano in più di un milione di specie. Gli insetti hanno un corpo composto da tre parti; la testa formata da sei o sette segmenti, il torace formato da tre segmenti, l'addome formato di dieci segmenti. Hanno tre paia di zampe due paia di ali, un sol paio di antenne, il loro sviluppo comporta una metamorfosi.L' alimentazione è variabile e l'apparato boccale presenta un'adattamento al loro regime alimentare.Le ghiandole salivari sono ben sviluppate e possono presentare delle specializzazioni. L'escrezione avviene tramite organi speciali noti con il nome di tubi di Malpighi.Il sistema nervoso comprende una parte centrale, il cervello e una diramazione nervosa ventrale.Gli organi sensoriali sono molto sviluppati.Il sistema circolatorio è formato da un cuore contrattile e un vaso sanguigno, l'aorta. Il sistema respiratorio è costituito da sacchi aerei e di trachee che si ramificano all'estremità.La riproduzione presenta numerose varianti, in generale i sessi sono separati, i maschi hanno un aspetto esteriore diverso dalle femmine. I fenomeni di partonogenesi sono frequenti.Il ruolo principale degli insetti è l'impollinazione dei fiori, detta entomofila, a differenza dell'impollinazione anemofila dovuta al vento. Gli insetti si classificano in imenotteri, coleotteri, lepidotteri, ditteri.L'ape cosiddetta domestica appartiene all'ordine degli imenotteri. I caratteri essenziali degli imenotteri sono la metamorfosi completa, ali membranose, partonogenesi frequente, dimorfismo sessuale accentuato, cervello ben sviluppato.La famiglia degli Apidae, si suddivide nei generi Melipona, Bombus, Trigona, Apis a cui appartiene l'ape domestica. Al genere Apis appartengono quattro specie l'Apis cerana, l'Apis florea, l'Apis dorsata, e l'Apis mellifica.
L'Ape cerana - o ape indica - è diffusa in gran parte dell'Asia Cina, Giappone, India, gran parte della Siberia, in Afghanistan a ovest arriva in contatto con l'ape mellifica. Le colonie d'api sono poco popolose e non propolizzano, sono oggetto di allevamento.
L'Ape dorsata, ape gigante dell'India, la si trova nel Sud-Est asiatico fino alle Filippine è molto aggressiva e costruisce un solo favo all'aperto, non è un ape propriamente domestica.
L'Ape florea ha la stessa distribuzione dell' ape dorsata è un ape di piccola taglia e costruisce un solo favo.

L'Ape mellifica
- o ape occidentale - pare che si sia sviluppata nella regione dell'Himalaya e derivi dall'ape cerana. L'ape mellifica è la più diffusa del genere Apis, questa specie popola l'Europa, l'Africa, l'Asia Occidentale e dopo l'esplorazione dei nuovi continenti è stata introdotta nelle Americhe, in Australia, in Nuova Zelanda.
La specie apis mellifica conta numerose razze che si distinguono per i caratteri morfologici dovuti alla loro diffusione geografica. L' inventario preciso è ancora da fare. Le principali razze sono:
l'ape mellifica mellifica, ape nera che popola l'Europa occidentale e settentrionale, ape con sviluppo primaverile tardivo ma con buone capacità di svernare con temperature molto basse. Sottospecie dell'ape mellifica mellifica sono l'apis mellifica sylvarum diffusa in Scandinavia, l'apis mellifica lehzei diffusa in Olanda.
l'ape mellifica ligustica -o ape italiana- diffusa in quasi tutto il territorio italiano, dalle zone pedemontane del Nord fino alla Calabria, in Sicilia si trova l'ape mellifica sicula di colore scuro. L'ape ligustica si differenzia dalle altre razze perché le operaie hanno i primi segmenti dell'addome di colore giallo chiaro, le regine sono gialle dorate, con enorme capacità di ovodeposizione, la colonia è operosa e docile e poco portata alla sciamatura. Di negativo le colonie hanno la tendenza al saccheggio e alla deriva. Le regine di razza ligustica vengono esportate in tutto il mondo, ceppi puri di api ligustica si trovano ormai solo in un isola di fronte l'Australia.
l'ape mellifica carnica l'area di diffusione di questa razza copre le Alpi centro orientali, l'Austria, la Slovenia e la parte meridionale dell'ex-URSS. ll colore è scuro e la taglia è più grande della ligustica e della mellifica. Si sviluppa rapidamente in primavera, ma registra una forte propensione alla sciamatura. Sottorazze della carnica sono apis mellifica cecropia diffusa in Grecia, apis mellifica banatica diffusa nell' ex-Iugoslavia el 'apis mellifica acervorum diffusa nell'area del Mar Nero.
l'Ape mellifica caucasica - o ape grigia -, è un'ape operosa ma propolizza molto e costruisce tante celle reali, è diffusa nel Caucauso.
l'Apis mellifica adansonii-o ape africana- è: diffusa nell'Africa centrale, varie sono le sottorazze, apis mellifica monticola vive nella zona del Kilimangiaro, l'apis melificalitorea diffusa nelle zone rivierasche del lago Tanganica;apis mellifica nubica diffusa in Etiopia e Eritrea.
l'Apis mellifica intermissa è diffusa in Algeria Marocco, Tunisia, ape aggressiva e propensa alla sciamatura.
l'Apis mellifica syriaca, presente in Turchia, Siria, Israele, Giordania, Libano.
l'Apis mellifica cypria è diffusa nell'isola di Cipro
l'Apis mellifica lamarckii- o ape egiziana, aggressiva e incline alla sciamatura, costruisce molte celle reali.
l'Apis mellifica remipes, somiglia alla ligustica, diffusa in Iran e Turchia.
l'Apis mellifica taurica diffusa in Crimea.
l'Apis mellifica sahariensis diffusa nelle oasi.
l'Apis mellifica jemenitica, diffusa nello Yemen e nel sud-Arabia
l'Apis mellifica adami, in omaggio a Frère Adam;si trova nell'isola di Creta.
l'Apis mellifica capensis, diffusa in Sud-Africa.
Installazione di un apiario
NORME DI LEGGE

Per gli apiari eccedenti 50 alveari bisogna rispettare le norme di legge stabilite dall'art.14 del r.d.l. 23/10/1925 n.2079 che autorizza i prefetti a regolamentare le distanze tra apiari della stessa provincia.
Per più di cinquanta alveari le distanze, in linea d'aria, devono essere di 3 km.
Nel calcolo numerico due nuclei devono essere calcolati come un alveare.
In caso di controversia il primo che ha impiantato l'apiario ha diritto prevalente in confronto di un altro apicoltore.
Sempre in caso di controversia ha diritto prevalente il proprietario del fondo dove è ubicato l'apiario.
Queste norme valgono per l'apicoltura stanziale, per l'apicoltura nomade viene stabilita una distanza minima di 2 km, rispetto a una postazione fissa con più di 50 alveari.I prefetti possono stabilire distanze diverse a seconda di altri fattori, clima, flora, apicoltura locale.Oltre le norme prefettizie, alcune regioni hanno stabilito vincoli più restrittivi.Altra disposizione riguarda il diritto a inseguire gli sciami sui fondi altrui, art. 924 c.c. sezione 1. Delle occupazioni e dell'invenzione.- "Il proprietario di sciami di api ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui, ma deve indennità per il danno cagionato al fondo (c.843,925,1038,1053); se non li ha inseguiti entro 2 giorni o ha cessato durante due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario del fondo".Per le distanze dalle strade, autostrade, ferrovie, proprietà altrui, vigono i regolamenti regionali che prescrivono distanze minime di 15-20 metri.Altra norma di legge, codice penale art. 672, riguarda la possibilità di elevare contravvenzione a chi "aizza o spaventa le api in modo da mettere in pericolo l'incolumità delle persone", certamente non riguarda l'apicoltore avveduto che ha interesse a non disturbare le api.Tutti gli anni bisogna denunciare il possesso di alveari al comune e ai servizi veterinari.Evitare di posizionare gli alveari vicino ai vigneti, per non avere liti con i viticoltori. L'ape non ha un apparato boccale capace di rompere l'acino d'uva, ma raccoglie il succo d'uva che fuoriesce in seguito alla perforazione dovuta ad altri insetti. Tutte le sentenze, al riguardo, si sono concluse a favore degli apicoltori.

SCELTA DEL LUOGO

Per l'ubicazione di un apiario considerare più fattori per fare una attività redditizia.La scelta prioritaria va per i posti ricchi di flora nettarifera scalare e fonti di polline nelle vicinanze, specialmente per i pollini minori, primaverili e autunnali. Il raggio di bottinamento delle api è inferiore al chilometro, ma possono arrivare anche a distanze di 3-4 chilometri in caso di scarsità di fonti.L'ambiente circostante, per apiari stanziali, non sia ad agricoltura intensiva, monocolture frutticole e cerealicole.Prestare attenzione al microclima della zona, evitare zone umide. L'umidità atmosferica favorisce lo sviluppo di micosi nelle famiglie.Scegliere una postazione lontana da rumori e vibrazioni, sono causa di disturbo alle famiglie, e da elettrodotti, i campi elettromagnetici nelle immediate vicinanze deprimono la vitalità delle famiglie.La sistemazione ideale deve essere non soggetta ai venti. I venti caldi o freddi ostacolano il volo delle api e riducono la disponibilità di nettare.Accertarsi della disponibilità di acqua corrente nelle vicinanze, altrimenti predisporre degli abbeveratoi con ricambio frequente dell'acqua. L'acqua serve in primavera per l'allevamento della covata, e in estate per la regolazione termica dell'alveare. In primavera le api abbandonano la raccolta d'acqua quando le fioriture sono massime, ad esempio durante la fioritura dell'acacia.Nelle valli posizionare gli alveari in basso, in modo che il volo in discesa viene fatto a pieno carico.Posizionare gli alveari in prossimità di alberi a foglia caduca. In inverno, primavera si anticipa la deposizione della regina. In estate l'ombra facilita la regolazione termica dell'alveare e soprattutto l'apicoltore lavora meglio.Gli alberi nelle immediate vicinanze sono utili, perché durante la sciamatura vi si posano gli sciami.Nel caso di mancanza di alberi, per recuperare gli sciami infilare nel terreno pali e porre alla sommità fasci di rami, per ombreggiare gli alveari costruire pergolati con frasche o teli che facciano circolare l'aria.Le arnie devono essere sollevate dal terreno per evitare l'umidità a contatto con il terreno e lavorare comodamente, altrimenti il mal di schiena diventerebbe cronico. In presenza di formiche approntare piattaforme protettive su sostegni isolati dal terreno entro barattoli contenenti petrolio. Le formiche sono dannose perché si cibano del legno delle arnie. Sollevare le arnie con blocchi singoli perché se poggiassero su traversine lunghe le eventuali vibrazioni, indotte su un'arnia si propagherebbero alle arnie contigue.Le arnie vanno anche sistemate con leggera pendenza in avanti per agevolare l'uscita dell'acqua di condensa che si deposita nel fondo dell'arnia. Evitare la sistemazione in file, se possibile fare gruppi di 5-10 alveari, oppure distanziare le file di 5-6 metri, gli alveari estremi diventerebbero più forti per il fenomeno della deriva a discapito di quelli centrali. Per orientare le api si possono colorare le arnie con colori ben distinti, giallo, bianco, blu, verde bluastro.

Disequazioni di secondo grado

http://tesmat.altervista.org/ProfessionaleOlbia/pluginAMSICORA/dbdocument/inserimentodirigente/documenti/080109-113740%20LEZ2%20Segno%20di%20un%20polinomio%20di%20secondo%20grado%20copia.pdf

lunedì 22 dicembre 2008

Corso Terza Area 2008/2009 - Guida ambientale, Archeologia.












Pozzo Sacro Nuragico di "Sa Testa", in loc. Cala Saccaia, sulla strada per la piccola frazione di Pittulongu, località balneare di Olbia. Il corso terza area comprende la conoscenza dei più importanti reperti storici dell'Isola, in questo caso della Gallura. La classe V^ A, ha avuto l'occasione di visitare alcune tombe (devastate dal tempo, ma anche dall'ignoranza dell'uomo), ai confini territoriali di Siniscola, Irgoli e Onifai (NU).






Pozzo sacro sito in loc. Cugnana, agro di Olbia. Questo pozzo, purtroppo, è completamente allagato, in quanto esso è stato oggetto in passato ad alcuni lavori di ricualificazione dell'area, mai portati a termine. I lavori di scavo, effettuati nell'area antistante al pozzo, sono stati fatti in modo da non consentire un regolare deflusso delle acque piovane, con conseguente allagamento. E pure basterebbe poco per finire i lavori.

domenica 21 dicembre 2008

Corso Terza Area 2008/2009 - Guida ambientale, Fauna.


Il corso terza area richiede conoscenze per quanto riguarda la fauna presente nell'Isola. In questo caso la classe V ^ A si è recata nello stagno di Poltu Quadu a Olbia, famoso per la presenza, negli ultimi anni abbastanza massiccia, di fenicotteri rosa, pettegole etc. Si ricorda che il corso terza area, viene considerato post-qualifica, quindi viene intrapreso nella classe IV per poi terminarlo nell'ultimo anno, fondamentale per l'esame di stato.



giovedì 4 dicembre 2008

PANEL TEST, DEGUSTAZIONE DELL'OLIO, RAGAZZI DELL'IPAA PARTECIPANO AL CORSO.

Questa mattina nella Stazione Marittima dell'Isola Bianca di Olbia, si è concluso un corso sull'Olio -Panel Test-, organizzato dall'associazione cuochi Gallura con la collaborazione di esperti della Laore (Agenzia Regionale per l'Agricoltura) di Sassari e Nuoro. Quattro giornate all'insegna della degustazione dei vari oli isolani e commerciali, valutazioni organolettiche e valorizzazione degli oli Sardi dop (denominazione origine protetta), senza tralasciare la coltivazione dell'olivo per ottenere un eccelso olio. Il corso è stato tenuto da esperti della Laore come Dott. Agronomi e Periti Agrari. All'evento hanno partecipato alcuni ragazzi dell'Agraria di Olbia. Nei prossimi giorni si terrà un incontro con il presidente della Laore Sardegna per la consegna degli attestati di partecipazione.

mercoledì 3 dicembre 2008

OLIVASTRO.


Bell'esemplare di Olivastro (Olea Europea - varietà Oleaster). Foto scattata nei pressi della Chiesetta campestre di San Vittore -Olbia-

Visita di un vigneto in Gallura, metodo di potatura della vite a Guyot - Classe V^ A IPAA.





































La Classe V^ A (corso per Agrotecnico), in visita a un vigneto con Prof. Piras. Lezione sul campo di potatura a guyot.